Architetture rurali a San Marco in Lamis

L’area di San Marco in Lamis si presenta come una delle più ricche di testimonianze della transumanza e del fenomeno del pellegrinaggio. Il suo agro si estende infatti dalla piana del Tavoliere, sino ad una vasta porzione del versante occidentale del promontorio sino al versante settentrionale degradante verso la laguna di Varano. La pastorizia transumante è una tradizione diffusa sin dall’epoca romana e si realizzava con una migrazione stagionale dei pastori e dei lavoratori addetti al settore della lavorazione del latte e della lana con greggi e mandrie. D’estate, con la siccità venivano preferiti i pascoli montani, che venivano abbandonati prima dell’inverno per sottrarsi al gelo e alla copertura nevosa in favore di quelli di pianura. I pastori transumanti e le lore greggi si spostavano lungo una rete di percorsi definiti chiamati a seconda delle dimensioni e della funzione tratturi, tratturelli e bracci.

La porzione piana del territorio di San Marco in Lamis era interessato dal tratturello Ponte di Brancia–Campolato, dal tratturello Ponte Nuovo-Campolato e dal tratturello Motta–Villanova, derivazione del più noto Regio Tratturo L’aquila-Foggia. Il suo territorio era anche raggiunto dal braccio Nunziatella-Stignano. Quest’ultimo raggiungeva il Santuario di Stignano che insieme al Convento di S. Matteo rappresentavano importanti stazioni di sosta per i pellegrini che attraversavano la viaq Sacra-Langobardorum per raggiungere la grotta di S. Michele Arcangelo. Non stupisce quindi la grande varietà di tracce lasciate da questi due grandi fenomeni collettivi: eremi, santuari diruti, mulattiere, poste, jazzi, reti di recinzioni in pietra a secco, terrazzamenti. Per comprendere l’importanza della rete tratturale si deve ricordare che essa ha rappresentato la principale rete viaria sino alla fine dell’800. Lungo la rete tratturale grande importanza avevano le taverne che accoglievano e ristoravano i viaggiatori e gli animali, fornendo la necessaria assistenza per il proseguimento del viaggio.

A breve distanza dall’agro di San Marco si trova la taverna del Candelaro, posta in vicinanza di uno degli attraversamenti storici lungo l’omonimo corso d’acqua. Numerose sono le masserie segnalate per la loro qualità architettonica poste lungo la rete tratturale. E’ il caso di Mass. S. Chirico, Mass. Petrullo, Mass. Mercaldi Vecchia, Mass. Valleoscura, Mass. Cicerone, Mass. Piccerella e Mass. Sarrillo. In posizione più elevata rispetto alla rete tratturale troviamo invece due diverse realtà: quella della coltura dell’olivo, con la presenza di caratteristici casini e quella delle vaste aree di pascolo delle balze del versante meridionale, con le loro articolate reti di muri a secco e i piccoli edifici per il ricovero dei pastori. La realizzazione di questi muri e questi edific nasconde in realtà usi ben più antichi come mostrano le numerose testimonianze archeologiche. Numerosi sono anche i pagliai, edifici in pietra usati per il ricovero degli attrezzi agricoli, che presentano oltre alla caratteristica forma circolare, anche la struttura a base quadra. I casini sono costruzioni rurali che presentano due piani fuori terra e sono in particolare diffuse laddove è diffusa la coltura legnosa.

La maggior parte di questi beni presentano una scala di accesso ai piani superiori esterna, vani a pian terreno utilizzati come stalle e magazzini, vano superiore per cucina e vani letto. Ai piani superiori poteva abitare il mezzadro, ma più spesso questo alloggiava ai piani inferiori. Quelli superiori erano certamente adibiti ad ospitare saltuariamente il proprietario ed i suoi parenti che solitamente vivevano nei centri urbani. In quest’area si possono ammirare i profili di Casino De Peppe, C. Tardio, C. De Lilla, C. Sassano. La porzione più elevata del territorio di San Marco in Lamis corrisponde ad un vasto tavolato carsico punteggiato dal fenomeno carsico della dolina. Un tavolato da sempre dedicato al pascolo e alla selvicoltura. Le diverse doline appaiono bordate da muri a secco con funzione di protezione del bestiame. Il fondo di alcune di esse ospita cutini, ampi pozzi circolari con funzione di riserva di acqua piovana, limitati anch’essi da muri in pietra a secco. Sparse in questo tavolato, appaiono centinaia di piccole costruzioni in pietra, perlopiù monocellulari, isolate o con recinti in pietra per ospitare le greggi. Talvolta si osservano anche masserie e casini di rilevante interesse architettonico come nel caso di Casino Serrilli, C. Cicirale, Casino Ciavarella, Casino Schena, Masseria Cursio, Casino Donatello, Masseria Guerrieri, Casino Di Tardio, C. De Nobili, C. Rispoli, C. Villani.

 

Architetture rurali a San Marco in Lamis

Ultimo aggiornamento

17 Maggio 2023, 11:03