Laguna di Varano

La laguna di Varano con i suoi 6500 hadi superficie è, la più grande laguna dell’Italia meridionale. Per le sue caratteristiche morfologiche, è da ritenersi una delle più interessanti ed atipiche, infatti, le sponde alte delle località Crocifisso e Puzzone, e la profondità dei suoi fondali 5,8 metri nella zona centrale del bacino, la discostano molto dalla tipologia classica delle lagune Italiane, fatte di sponde ed acque basse. La formazione della laguna è relativamente recente.

Antiche carte geografiche e l’assoluto silenzio degli storici sino all’IX secolo, danno ragione di un’origine recente della laguna, presumibilmente intorno l’anno 1000 d.C.. La derivazione del nome Varano secondo alcuni studiosi deriverebbe dalla trasformazione del termine “Urianus”, secondo altri da “Barano o Bayranum” un castro medievale situato nella località Crocifisso. La laguna ha una forma vagamente trapezoidale, ed è separata dal mare Adriatico da un tombolo “Isola barriera” denominato localmente Isola lungo circa 11 Km e largo mediamente 1 Km.

Sul lato mare l’isola barriera è caratterizzata dalla presenza di un cordone dunale tipico delle spiagge basse sabbiose, sul quale crescono radi cespi di Sparto pungente (Ammophila littoralis), Santolina delle spiagge (Othanthus maritimus), e Giglio marino (Pancratium maritimum). Allontanandosi dalla duna, in direzione laguna lo Sparto pungente lascia il posto ad una vegetazione costituita da cespuglieti costieri perenni Lentisco (Pistacia lentiscus), Ginepro (Juniperus oxycedrus L. ssp. Macrocarpa), Caprifoglio (Lonicera implexa), Smilax (Smilax aspera), Rosmarino (Rosmarinus afficinalis), Mirto (Myrtus communis L. ssp. Tarentina), Cistus ssp. alternati da una boscaglia semi naturale tipica degli ambienti mediterranei costituita da Pino d’Aleppo (Pinus halepensis), Frassino (Fraxinus ssp.), Ilastro comune (Phillyrea latifoglia) e Pino domestico (Pinus pinea).

Lungo il versante laguna, persistono ancora limitate zone paludose salmastre, con scarsa copertura vegetale, costituita in prevalenza, da specie annuali (soprattutto Chenopodiacee del genere Salicornia) e, in misura minore da Vetriola di mare (Suaeda marittima) e Riscolo (Salsola kali). E’ presente anche il Giunco pungente (Juncus acutus) con i suoi cespi rotondi e robusti. Malgrado i reiterati interventi di bonifica, lungo il periplo della laguna sono presenti modeste aree paludose, dove crescono la Cannuccia di palude (Phragmites australis), Canna domestica (Arundo donax), Panicastrella palustre (Cladium mariscus), Mazzasorda (Typha angustifolia), localizzate soprattutto lungo il versante Sud-Orientale del bacino.

Queste piccole paludi oggi rappresentano il residuo di un’area umida molto più estesa che un tempo contornava gran parte del margine Sud-Orientale della laguna di Varano. L’area nonostante la piccola estensione costituisce per Varano un’importante oasi naturale per l’avifauna tipica del canneto. Per quanto riguarda i popolamenti idrofitici (fanerogame acquatiche), essi sono presenti in corrispondenza delle foci di Capojale e Varano e sparsi a macchia di leopardo in altri punti lungo la sponda settentrionale, e solo sporadicamente verso il versante meridionale della laguna.

I popolamenti sono costituiti da Nanozostera noltii e Cymodocea nodosa. Procedendo verso le sorgenti di acqua dolce, sono presenti piccoli popolamenti di Ruppia rirrhosa. Ampi tratti del fondale della laguna è privo di copertura vegetale. La laguna è tenuta in comunicazione con l’antistante mare Adriatico tramite due canali: foce Capojale (ad ovest) scavata tra il 1917 ed il 1920 per scopi militari e foce Varano (ad est), la sola comunicazione naturale della laguna con il mare, dal percorso lungo e sinuoso. Questa foce agli inizi del 1900 è stata raddrizzata per facilitarne lo scambio delle acque della laguna con quelle del mare.

Le acque della laguna hanno una salinità che varia dal 24-28? in relazione alle vicende meteo-marine. Le acque salmastre del bacino sono alimentate oltre che dalle acque marine che entrano attraverso due canali (Capojale e Varano) da numerose sorgenti costiere che portano acqua dolce della falda superficiale proveniente dalle montagne, di cui le più grandi sono situate lungo la sponda meridionale della laguna. Una peculiarità di Varano è la presenza di numerose polle d’acqua dolce denominate localmente Pozzacchi.

Molte delle sorgenti affiorano alcune decine di metri dalla battigia formando piccoli e brevi torrenti prima di immettersi nelle acque della laguna, creando suggestivi habitat di grande valore naturalistico. La laguna pur se interessata negli anni da continui interventi per addomesticarne l’ambiente (arginature, bonifiche, abusivismo costiero) è frequentata soprattutto durante il periodo invernale da diverse specie d’uccelli acquatici (folaghe, moriglioni, svasso maggiore, tuffetti, germani, smergo maggiore e minore, cormorani). La specie con la popolazione maggiore è il cormorano.

Scriveva nel 1807 Padre M. Maniconenella sua “Fisica Appula”. Il lago di Varano è di pesci abbondantissimo e di sommo profitto. Vi si pescano capitoni, capomazzi, cefali, urute, spine, grugnali e tinche>>. Da sempre questo lago ha rappresentato un’importante risorsa economica, fonte di reddito per le popolazioni locali dei comuni di Cagnano Varano, Ischitella e Carpino. Con l’apertura delle due foci, le acque del lago sono diventate più salate, e sono scomparse quelle isole idrobiologiche d’acqua dolce dove viveva la tinca. Attualmente, le specie che sono pescate sono quelle tipiche delle lagune: muggini o cefali, anguille, spigole, orate, latterini e mazzoni, ed in misura minore triglie, acciughe, aguglie, sogliole e leccie.

Questo grande assortimento di specie che frequenta la laguna si riduce spesso drasticamente durante la stagione estiva, per la presenza di un fenomeno naturale <<futorio>>, conosciuto dagli ecologi come distrofia estiva. Si tratta di una concausa di fattori che favoriscono elevate fioriture di fitoplancton talmente dense da consumare tutto l’ossigeno presente nella colonna d’acqua, tanto da rendere la colonna d’acqua invivibile per gli altri organismi.

Quando si hanno queste fioriture i pesci cercano di fuggire in mare, mentre gli altri organismi meno mobili, come i bivalvi muoiono. Particolarmente colpite dalle anossie estive sono le acque profonde della laguna, mentre si salvano quelle più basse e vicine alle foci. Le sole specie ittiche che si riproducono in laguna sono i mazzoni (Zosterisessor ophiocephalus) ed i latterini (Atherina boyeri), le altre specie come i muggini, anguille, spigole, orate, non si riproducono in laguna, ma, entrano ed escono in migrazioni periodiche stagionali, la cui dinamica è regolata dalle necessità e dai costumi riproduttivi, alimentari e dal calore dell’acqua.

Per queste specie la laguna è una grande nursery dove trascorrere il periodo giovanile, prima di ritornare in mare per riprodursi. Le tecniche ed i relativi attrezzi di pesca in uso sulla laguna di Varano non sono stati modificati nel corso dei secoli. I pochi pescatori che ancora esercitanol’attività utilizzano ancora gli stessi attrezzi e sistemi che usavano i loro antenati. Ciò che è cambiato sono soltanto i materiali con cui sono costruiti; il legno, il cotone ed il sughero ed altre fibre vegetali sono stati sostituiti dalla plastica ed il nylon.

Per la pesca fissa utilizzano i bertovelli e lupi associati alle paranze e le lenze con le quali pescano anguille, mazzoni e gamberi. Per la pesca vagantiva usano il tramaglio e la sciabica con i quali pescano muggini, spigole, orate, latterini, triglie e leccie. Le imbarcazioni utilizzate in laguna sono chiamate “sanhr”, piccole imbarcazioni a fondo piatto e fiancate verticali, costruite interamente in legno, e mosse da remi o con motore fuoribordo. L’attività produttiva principale che viene praticata nella laguna è la mitilicoltura. Il primo allevamento di mitili in laguna risale al 1925, ma ebbe scarsi risultati.

Per diversi decenni questo prodotto costituì una risorsa economica per i pescatori più poveri che si dedicavano alla loro raccolta. Negli anni ’60 la mitilicoltura acquistò vitalità. Negli anni ’90 con l’acquisizione di nuove tecnologie ed il conseguente trasferimento nelle antistanti acque marine, l’attività si consolidò definitivamente, divenendo l’attività produttiva principale dell’area ed una delle più importanti aree di produzione dei mitili in Italia.

Tutta la laguna di Varano è parte integrante del Parco Nazionale del Gargano. Dal 2002 un’area di circa 8146 Ha comprendente parte dello specchio d’acqua lagunare e del tombolo è un pSIC (Sito di Importanza Comunitaria) IT9110001, inserito tra i Siti della RETE NATURA 2000 individuati all’interno del Parco Nazionale del Gargano. La bellezza del paesaggio che contraddistingue la laguna di Varano la rende una meta importante per gli escursionisti. Un modo originale e senza dubbio affascinate, ma soprattutto in sintonia con l’ambiente è fare delle escursioni sulla laguna utilizzando il kayak, la canoa o le tipiche imbarcazioni locali.

Laguna di Varano

Ultimo aggiornamento

22 Maggio 2023, 11:01