Laguna di Lesina

Le lagune di Lesina e di Varano costituiscono il complesso salmastro più esteso ed importante dell’Italia meridionale. La laguna di Lesina, chiamata da Plinio “Lacus Pantanus” nel libro II della sua Historiarum mundi è situata a Nord-Ovest del promontorio del Gargano compresa tra la foce del fiume Fortore e monte d’Elio; ha una forma allungata ed una superficie di 5500 Ha. L’estremità orientale della laguna denominata “Sacca Orientale” costituisce un’area umida naturale di riconosciuto pregio naturalistico tanto da essere inserita tra i siti della RETE NATURA 2000 IT9110015 presenti all’interno del Parco Nazionale del Gargano.

Questa area si estende per circa 930 ettari, ed è caratterizzata dalla presenza di chiari d’acqua alternati ad una fitta vegetazione elofitica costituita da cannuccia di palude (Phragmites australis), lisca o mazzasorda (Typha angustifolia), falasco (Cladium mariscus), carici (Carex sp.), e canna domestica (Arundo donax). Mentre tra la vegetazione idrofitica è presente con piccoli popolamenti il Potamogeton pectinatus. La laguna di Lesina per le sue caratteristiche morfologiche, fatte di sponde basse e semisommerse ed una profondità medie di 80 cm delle sue acque si avvicina molto alla tipologia classica delle lagune. La laguna è separata dal mare da un tombolo “Isola Barriera” chiamato localmente “Bosco Isola”, largo mediamente 1 Km e lungo circa 18 Km.

Il lato mare dell’Isola Barriera è caratterizzato da spiagge basse e sabbiose ed da uno incontaminato cordone dunale, dove cresce lo Sparto pungente (Ammophila arenaria), la Santolina delle spiagge (Othanthus maritimus), e il Giglio marino (Pancratium maritimum). Allontanandosi dal mare, in direzione laguna lo Sparto pungente lascia il posto ad una vegetazione costituita da una ricca macchia mediterranea costituita da: Lentisco (Pistacia lentiscus), Ginepro (Juniperus oxycedrus L. ssp. Macrocarpa), Viburno (Viburnus tinus), Caprifoglio (Lonicera implexa), Smilax (Smilax aspera), Rosmarino (Rosmarinus afficinalis), Mirto (Myrtus communis L. ssp. Tarentina), Erica (Erica arborea ed Erica multiflora), Cisto rosso (Cistus incanus), Cisto di Montpellier (Cistus monspeliensis), Cisto femmina (Cistus salvifolius), ed il raro Cisto di clusiuo (Cistus clusii).

Il nome Bosco Isola con cui viene chiamata l’Isola Barriera evoca in un lontano passato, la presenza di un fitto bosco, ricco di selvaggina. Questa fitta selva mediterranea è ancora in parte percepibile, se pur ridotto e confinato in piccole aree. In queste aree distribuite a macchia di leopardo crescono spontanei: Pino d’Aleppo (Pinus halepensis), Pino domestico (Pinus pinea), Frassino (Fraxinus ornus, F. oxycarpa), Ilastro comune (Phillyrea latifoglia), Corbezzolo (Arbutus unedo), Lauro (Laurus nobilis), Pioppo (Populus alba, P. nigra), Leccio (Quercus ilex), Roverella (Quercus pubescens), Carpino (Carpinus betulus).

Lungo il versante laguna, persistono ancora limitate zone paludose salmastre, con rada copertura vegetale, costituita in prevalenza, da specie annuali (soprattutto Chenopodiacee del genere Salicornia) e piccoli stagni retrodunali “Fantine”, caratterizzate da una fitta vegetazione costituita da: Giunco pungente (Juncus acutus) con i suoi cespi rotondi e robusti, Cannuccia di palude (Phragmites australis), Canna domestica (Arundo donax), Panicastrella palustre (Cladium mariscus) e Mazzasorda (Typha angustifolia). Attualmente lo specchio d’acqua è in comunicazione con il mare attraverso due canali artificiali: Acquarotta, posto ad ovest, lungo circa 2 Km e Schiapparo ad est, lungo circa 1 Km. Nei tempi antichi la laguna comunicava con il mare tramite cinque foci denominate: Acquarotta, Schiapparo, Zappino, Sant’Andrea e San Placido.

Tali foci assicuravano il deflusso al mare delle acque meteoriche in esubero della laguna provenienti dal bacino idrografico e garantivano, nel contempo, la continua immissione delle salutari acque marine. Le acque della laguna hanno un gradiente salino che varia dal 6-30‰ da est ad ovest. Questo ampio gradiente salino condiziona la distribuzione della vegetazione idrofitica (fanerogame) e delle macroalghe della laguna. Infatti nella parte occidentale della laguna i popolamenti idrofitici sono costituiti da Nanozostera noltii, maggiormante localizzata nei pressi della foce Acquarotta.

Lo specchio d’acqua prossimo al centro abitato di Lesina è caratterizzato dalla presenza abbondante di macroalghe come Gracilaria gracilis= G. confervoides con valori di biomassa umida pari a 20Kg m-2, Chaetomorpha linum e Cladophora prolifera. La Nanozostera noltii è presente a macchia di leopardo lungo la sponda settentrionale del bacino, mentre la zona centrale è priva di copertura vegetale. Procedendo verso le sorgenti di acqua dolce e la parte orientale della laguna, fanno la comparsa popolamenti di Ruppia crirrhosa e Chara sp. Nei pressi dello sbocco della foce Schiapparo, permangono modeste popolazioni di Nanozostera noltii.

Le acque salmastre del bacino sono alimentate oltre che dalle acque marine che entrano attraverso due canali (Acquarotta e Schiapparo) da tre grandi sorgenti (Lauro, Zannella e Lungo). La laguna si è originata dall’accumulo di sedimenti provenienti dai fiumi situati a monte del bacino che progressivamente hanno chiuso l’insenatura compresa tra la foce del fiume Fortore e monte d’Elio. L’accumulo dei sedimenti ha dato origine ad un esteso Cordone Dunale-Tombolo parallelo alla linea di costa.

L’abbondante pastura tipica di acque basse salmastre fa si che lo specchio d’acqua sia frequentato soprattutto durante il periodo invernale da una nutrita e diversificata popolazione, di uccelli acquatici. La specie con la popolazione maggiore è la folaga. Scriveva Questo lago, che<<nel 1807 Padre M. Manicone nella sua “Fisica Appula” ha preso il nome dalla Città di Lesina, ritrovasi collocato nelle falde settentrionali del Gargano; è profondo per la maggior parte poco più di quattro palmi.

Anche questo lago ha un canale di comunicazione con il mare. Siffatto canale si tiene chiuso tutto il verso, si apre nel mese di marzo, e si chiude da se stesso quando l’acqua del lago è ridotta allo stesso livello di quella del mare. Or nel verso le burrasche del mare rompono talvolta quell’argine, che impedisce la comunicazione fra il mare ed il lago, e fanno passare nel lago l’acqua marina. Essendo il lago di Lesina produttivo degli stessi pesci, che nel lago di Varano si pescano. Anticamente vi era in lesina l’arte di seccare, e salare i capitoni, le anguille, le uova de’ cefali per farne bottarghe.

Sotto Carlo II d’Angiò durava il Lesina questa industria nel suo maggio grado. Difatti sappiamo dal registro del 1289 che da questo luogo di tali pesci salati si provvedeva la casa del Re per suo uso in gran copia. Considerabilissima è in questo lago la pesca delle anguille>>. Attualmente, le specie che sono pescate sono quelle tipiche delle lagune: muggini o cefali, anguille, spigole, orate e latterini. Durante la stagione estiva, le acque della laguna sono soggette alla presenza di un fenomeno naturale <<futorio>>, conosciuto dagli ecologi come distrofia estiva. Si tratta di una concausa di fattori che favoriscono elevate fioriture di fitoplancton talmente dense da consumare tutto l’ossigeno presente nella colonna d’acqua, tanto da rendere la colonna d’acqua invivibile per gli altri organismi.

Quando si hanno queste fioriture i pesci cercano di fuggire in mare, mentre gli altri organismi meno mobili, come i bivalvi muoiono. Le sole specie ittiche di interesse commerciale che si riproducono in laguna sono i mazzoni (Zosterisessor ophiocephalus) ed i latterini (Atherina boyeri), le altre specie come i muggini, anguille, spigole, orate, non si riproducono in laguna, ma, entrano ed escono in migrazioni periodiche stagionali, la cui dinamica è regolata dalle necessità e dai costumi riproduttivi, alimentari e dal calore dell’acqua. Per queste specie la laguna è una grande nursery dove trascorrere il periodo giovanile, prima di ritornare in mare per riprodursi. Le tecniche ed i relativi attrezzi di pesca in uso sulla laguna di Lesina non sono stati modificati nel corso dei secoli.

Per la pesca fissa si utilizzano i bertovelli associati alle paranze con le quali pescano anguille, gamberi e cefali. Per la pesca vagantiva usano il tramaglio con i quali pescano muggini, spigole, orate e latterini. Una tecnica di pesca ancora molto diffusa, praticata la notte è quella con la fiocina, con la quale si pescano soprattutto anguille, cefali e spigole. Le imbarcazioni utilizzate in laguna sono chiamate “sanhr”, sono a fondo piatto e fiancate verticali, costruite in legno, e mosse con palo o vela o con motore fuoribordo. La bellezza del paesaggio che contraddistingue la laguna di Lesina la rende una meta importante per gli escursionisti. Un modo originale e senza dubbio affascinate, ma soprattutto in sintonia con l’ambiente è fare delle escursioni sulla laguna utilizzando il kayak, la canoa o le tipiche imbarcazioni locali.

Laguna di Lesina

Ultimo aggiornamento

22 Maggio 2023, 11:29