Le cinque isole

L’Arcipelago delle Isole Tremiti è localizzato a circa 12 miglia a Nord del promontorio del Gargano (Torre Mileto è il punto più vicino) e a circa 22 miglia dal porto di Temoli.

È costituito da tre isole maggiori: San Domino, San Nicola e Caprara, da un isolotto posto fra le tre isole, il Cretaccio ed infine, un’isola minore, Pianosa, localizzata a circa 11 miglia in direzione Nord Est dalle prime tre e ad oltre 30 miglia dalla costa garganica.

Le Isole Tremiti sono le uniche isole italiane dell’Adriatico, tanto da essere note anche con il nome di “Perle dell’Adriatico”. In meno di 3 km2 di superficie e 20 km di perimetro costiero, l’arcipelago costituisce un esempio di rara bellezza, sia per la natura incontaminata dei suoi fondali sia per gli aspetti paesaggistici e storico-architettonici delle sue isole: acque cristalline, bianche falesie, lussureggianti pinete e macchia mediterranea aggrappata alle rocce, calette di sabbia finissima, fondali mozzafiato, grotte dai variegati colori, grida di gabbiani e volo di diomedee, rocca inespugnabile.

SAN DOMINO

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Isola di San Domino – Spiaggia delle Arene

San Domino è la più grande dell’arcipelago delle Isole Tremiti e la più bella per gli aspetti paesaggistici, oltre ad essere la più completa nell’offerta turistica, con numerosi Hotel, Residence, Villaggi Turistici.
Con una superficie di 208 ettari ( 2.8 Km di lunghezza 1.7 Km di larghezza, con massima altitudine di 116 mt. sul Colle dell’Eremita), è ricoperta da una caratteristica pineta di pini d’Aleppo che arriva, in molti punti, fino alle rocce, che vanno a strapiombo sul mare.

Era definita dai Monaci Lateranensi “l’Orto del Paradiso” per la sua lussureggiante vegetazione.
Circumnavigando l’isola ci si trova spesso di fronte a piccole insenature e cale dalle forme più sofisticate e suggestive. Solo per citarne alcune: Cala delle Arene, l’unica spiaggetta di una certa dimensione presente nell’arcipelago, la splendida Cala Matano (così chiamata in onore della duchessa Matano) che scende a strapiombo sul mare, con spiaggetta arenosa, Cala degli Inglesi, dove affondò un battello inglese di contrabbandieri, Cala Tamariello, da cui si accede direttamente al mare e nella quale è possibile l’attracco di piccoli natanti, Cala Tonda, che forma un suggestivo laghetto. La punta di Zio Cesare, invece, costituisce l’estremità meridionale di S. Domino: al largo di questa è stato rinvenuto il relitto di una lunga nave romana.

La sua costa è un piccolo museo di opere scolpite nella roccia dall’azione erosiva del mare e del vento, monumenti naturali come lo “Scoglio dell’elefante”, archi (l’Architiello), faraglioni (I Pagliai), grotte (tra le più famose, la Grotta delle Viole e la Grotta del Bue Marino), che si alternano a coste rocciose alte e impervie (Ripa dei Falconi) o coste rocciose basse e degradanti verso il mare.

SAN NICOLA

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Isola di San Nicola

San Nicola è il centro storico e amministrativo dell’arcipelago.  Si sviluppa su una superficie di 42 ha, ha una lunghezza di 1600 metri, una larghezza di 450 mt. e un altezza massima di 75 metri.  È  il centro storico, religioso e amministrativo dell’arcipelago. Per le numerose tracce di un antico e glorioso passato, essa è considerata un museo a cielo aperto ed è sicuramente la più interessante per i resti monumentali, testimonianza della storia delle isole: torri, fortificazioni imponenti, muraglie, ridotti, chiese e chiostri di una fortezza-abbazia, Santa Maria a Mare, nella quale si alternarono i Benedettini cassinesi, dal IX secolo, i Cistercensi, dal 1237 al 1313, ed i canonici Lateranensi, dal 1413 sino alla fine del Cinquecento. L’abbazia è stata, nei secoli, uno dei centri religiosi più importanti dell’Adriatico, tanto da essere conosciuta nella storia come la “Montecassino del Mare”. Superata la Tagliata, si raggiunge una zona pianeggiante detta Pianoro di San Nicola, un tempo coltivata dai monaci, oggi invece disabitata e ritornata selvaggia, dove si ritrovano importanti testimonianze archeologiche (necropoli, la Tomba di Diomede, le rovine di una domus romana).

La forma dell’isola risulta allungata, con una costa frastagliata, difesa da grossi scogli e pareti a picco sul mare. La parte Ovest dell’Isola è meno scoscesa, calando in maniera piuttosto dolce verso una spiaggetta arenosa, dove c’è la Marina, con annesso porticciolo. Dal porticciolo si può salire verso l’abitato prendendo l’unica porta di ingresso, salendo attraverso una rampa tra il monte ed una feritoia, usata dai monaci per scrutare il mare.

Oltre che, come tutte le Tremiti, un meraviglioso paesaggio, San Nicola offre monumenti che il turista deve assolutamente visitare, tra i quali citiamo per importanza:

  • Torrione del Cavaliere de Crocifisso; 
  • Il Castello dei Badiali;
  • Abbazia S. Maria.

Da un punto di vista paesaggistico-naturalistico, a destra del moletto, è possibile ammirare la Grotta di San Michele, il cui fronte sembra raffigurare un teschio. La grotta è molto famosa anche per il colore delle acque al suo fianco: azzurro-turchesi fosforescenti.

Più in là ci sono gli Scogli Segati, un enorme masso dirupato dall’ isola e spaccatosi nella caduta perfettamente in due, come segato da mani esperte.

CRETACCIO

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 Isola di Cretaccio

Un ammasso roccioso a forma di mezzaluna, di colore giallo per la sua natura argillosa che va pian piano sgretolandosi per l’azione erosiva incessante degli agenti marini e atmosferici. Per la sua superficie così modesta viene spesso considerato come il maggiore degli scogli e non come una delle cinque isole dell’arcipelago.  A circa 20 metri si rinviene lo scoglio della Vecchia, il più grande dei massi presenti lungo la fascia costiera. La leggenda la vuole popolata da fantasmi. Si racconta, infatti, che durante le notti di luna piena, o le notti tempestose appare il fantasma di una vecchia e canuta signora intenta a filare.

CAPRAIA

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 Isola di Capraia

L’isola di Capraia è la seconda per estensione dell’arcipelago delle Tremiti: si sviluppa su una superficie complessiva di circa 45 ha, per una lunghezza di 1.600 metri, una larghezza di 610 mt. e con uno sviluppo costiero di 4.700 metri.

L’isola, secondo alcuni autori, prende il suo nome dalla presenza di numerose piante selvatiche di cappero (tanto che nell’antichità era anche nota come Capperaia), secondo altri dalla presenza, in epoche passate, di greggi di capre selvatiche (da qui il nome di Capraia). È attualmente disabitata e poco frequentata dai turisti balneari.

La parte di costa rivolta verso nord è alta, mentre il versante sud degrada dolcemente verso il mare.
All’estremità nord-est si protende la sottile penisola di Punta Secca sul cui istmo sorge il famoso faro.
Sulla costa ovest si trovano due suggestive cale, la Cala Sorrentina e la Cala dei Turchi, dove si rifugiarono le galee ottomane nell’assalto che fecero nell’agosto del 1567.

Qui hanno trovato la propria dimora una colonia sterminata di gabbiani reali (Larus cachinnans). Rappresenta il sito elettivo per i subacquei che raggiungono le Isole Tremiti, qui è possibile svolgere una delle immersioni più belle di tutto il Mediterraneo: la Secca di Punta Secca.

Il fondale di questa Isola ospita la più grande statua sottomarina raffigurante San Pio da Pietralcina, opera dello scultore foggiano Domenico Norcia.

PIANOSA

Pianosa, distante una ventina di chilometri dalle altre quattro isole costituenti l’arcipelago, prende il suo nome dalla struttura pianeggiante. Ha una superficie di circa 11 ha, con uno sviluppo costiero di circa 1.3 km., è lunga 700 metri e larga 250, con un’altezza di 15 mt. sul livello del mare.

L’Isola, priva della caratteristica macchia mediterranea che ricopre le Tremiti ed il Gargano, è del tutto disabitata. Appare come un pianoro roccioso tanto che durante le mareggiate l’isola viene totalmente sommersa dal mare.  Si sviluppano solo praterelli “alofili” che sopportano elevate concentrazioni saline e periodiche sommersioni.  Ergono solo un faro e i ruderi di un insediamento edificato in passato, come alloggio in caso di fortunale, e i resti del relitto della motonave, Panatoia, incagliatasi negli anni ’80 proveniente dalla Grecia carica di semi di soia.

Dal 1989 Pianosa è riserva naturale integrale, pertanto vige il divieto di approdo e di navigazione entro i 500 mt., divieto assoluto di pesca e divieto di immersioni. L’unica attività antropica consentita è l’attività scientifica, previa autorizzazione dell’Area Marina Protetta.

L’isola riveste un’importanza strategica per la conservazione delle risorse marine, creando infatti un’area di estremo valore per numerosissime comunità di specie ittiche che qui, in uno dei pochi ambienti ancora incontaminati, trovano le condizioni adatte per alimentarsi e, soprattutto, per riprodursi.

Ultimo aggiornamento

15 Maggio 2023, 13:31