Mattinata - Agnuli
Comune: Mattinata
Cronologia: I secolo a.C.
L’area archeologica è adiacente al porto di Mattinata
ed è costituito da parte di una villa rustica, ovvero un'azienda agricola di
epoca romana risalente al I secolo a.C.
Dal sito di Agnuli, sono emerse strutture murarie di locali dedicati alla
conservazione dell'olio e del vino, vasche di decantazione e altre strutture
utilizzate per la trasformazione e la conservazione dei prodotti agricoli
(grossi dolii per la conservazione di derrate alimentari, una mola olearia). La
presenza di questo sito conferma un uso storico della coltura dell'ulivo e
della vite in questo territorio. La villa fu ristrutturata nei successivi III e
IV secolo d. C. Oltre alla parte produttiva, probabilmente si conserva anche
una parte residenziale ancora da scavare.
Mattinata - Convento
di Santo Stefano
Comune: Mattinata
Cronologia: Medioevo
Quasi allo sbocco di un vallone, in località
Sperlonga, si trovano i resti del Convento Pulsanese di Santo Stefano. Un
viottolo conduce al complesso paleocristiano. Si tratta di un edificio
articolato e della cui esistenza si ha traccia solo in una bolla di Papa
Alessandro III del 1177 ove lo si riconosce come dipendenza dell'Abbazia di
Pulsano. Nei diversi ambienti si possono riconoscere architravi graffiti con
croci e altri simboli, tracce di affreschi. Tra gli ambienti si riconoscono il
chiostro, un ambiente dotato di forno, il giardino nel quale si riconoscono
piccole nicchie dal significato incerto, segni di fortificazioni (due torri di
vedetta e muro di cinta, feritoie), la chiesetta con una edicola. Alcune
parti del convento sono state rimosse e sono in seguito state utilizzate come
ornamento nella Chiesa Parrochiale di Mattinata
Mattinata - Cripta
Coppa del Principe
Comune: Mattinata
Cronologia: Paleocristiano
Lungo la valle Ripe Rosse, nel suo tratto terminale si
aprono diverse cavità carsiche lungo le pareti. Una di queste la grotta delle
Cento Colonne presenta un ipogeo a baldacchino con un ampio spazio circolare e
una cripta interna.
Mattinata - Iuminite
Comune: Mattinata
Cronologia: Datazione incerta
In prossimità della foce del vallone dei Porci, si
trovano dei complessi ipogeici, formati da due differenti ambienti con loculi
in parete circondati da mura di cinta. Seguendo una scalinata intagliata nella
roccia si accede ad un secondo ipogeo superiore sulle cui pareti si possono
osservare croci incise.
Mattinata - Monte
Sacro
Comune: Mattinata
Cronologia: XI sec. d.C.
Monte Sacro, domina dall'alto dei suoi 872 m, la costa
orientale del Gargano. A settentrione il Piano di San Martino e quello
della Tagliata lo separano dal bosco Iacotenente e dalla vetta omonima (832m)
con cui ha inizio la Foresta Umbra. Il rilievo ha una forma dolcemente
allungata e presenta una fitta vegetazione, con lecceta a sud e bosco misto
mesofilo sui versanti esposti a nord.
Dalla vetta (in prossimità dell’Abbazia della SS. Trinità) si domina uno
splendido panorama che nelle giornate limpide abbraccia un vasto tratto di
costa, l'ombrosa Foresta Umbra, le pendici e la vetta di monte Spigno.
La vetta di M. Sacro è dominata dalla presenza dell’Abbazia della SS. Trinità,
la cui esistenza deriva da un preesistente romitorio di monaci dipendenti dal
monastero di S. Maria di Calena, risalente all'XI secolo.
L'insediamento si trasformò nel 1138 in priorato benedettino diventato in
seguito Abbazia della Santissima Trinità. L’influenza dell’insediamento, nel
periodo di massimo splendore, si spingeva sino a Bari, tanto da aver dato il
proprio nome alla città di Trinitapoli. A partire dal XV secolo l'Abbazia perse
comunque influenza e iniziò un periodo di decadenza che sfociò
nell'acquisizione dei suoi beni da parte della Mensa Arcivescovile di Siponto.
Nel XVII secolo l’Abbazia era ormai abbandonata e in rapido degrado.
Oggi dell’insediamento sono presenti solo alcune rovine. Rimangono visibili il
proano, con archi e pilastri, parte dell'abside e del portale romanico.
L’atmosfera delle rovine avvolte dal bosco e dalla vegetazione è comunque
magica, tra vetusti aceri ricoperti di muschi, gigantesche edere abbarbicate
sui muri, campanule garganiche che utilizzano le pietre di antichi splendori
per il complesso lavoro della vita.
Mattinata - Monte
Saraceno
Comune: Mattinata
Cronologia: Neolitico
Monte Saraceno è una piccola altura di soli 260 m.,
che domina a nord la Piana di Mattinata con i suoi arenili e a sud il Tavoliere
e la costa di Manfredonia. Questa posizione dominante ha richiamato nei secoli
l’insediamento umano sul rilievo. E’ datata all’età del bronzo la necropoli
Dauna presente sulla dorsale, di cui possono essere ammirate le tombe terragne.
Sono state censite oltre 500 tombe. La necropoli era originariamente poco
accessibile da due lati e difesa da un fossato sul terzo (il lato rivolto oggi
verso la SS 89). La salma veniva deposta rannicchiata, secondo i riti delle
zone di origine euroasiatiche. La parte superiore delle tombe è scoperta ma si
ritiene che esse fossero comunque occupate da manufatti in pietra (teste,
steli, scudi o falli). Nelle tombe sono stati rinvenute fibule illiriche,
fogliate e ad aree, manufatti di ambra e vaghi di pasta vitrea. Le abitazioni
di questa che fu l'antichissima Matino, circondavano la Necropoli ed erano
costituite, probabilmente, da capanne di frasche e pelli a forma circolare o a
ferro di cavallo sorrette da un palo centrale. Gli abitanti erano dediti
all'agricoltura, alla caccia ed alla pesca.
Il nome del rilievo deriva dalla tradizione che vedeva nella necropoli un
cimitero Saraceno. Utilizzato nuovamente durante il periodo bellico tra le due
guerre per il posizionamento di postazioni militari M. Saraceno paga
ancora oggi il suo tributo al “vantaggio del posto in prima fila” con la
presenza di ripetitori radio.
La vegetazione è costituita da Pini d’Aleppo e vegetazione mediterranea.
L’habitat rupicolo è dominato da Pini contorti, Timo e Rosmarino. M. Saraceno è
anche un sito di grande interesse ornitologico, quale luogo di avvistamento dei
contingenti migratori in movimento da e verso le zone umide del golfo di
Manfredonia.
Per raggiungerlo bisogna risalire la S.S. 89 fino alla diramazione di Sellino
Cavola, posto panoramico di straordinario effetto. Lasciata l'auto, si
percorre, per circa 1 km, una stradina incassata tra la roccia ed i pini marittimi
che percorre in cresta l'intero sperone roccioso di Monte Saraceno.