Apricena - Campo di Pietra. Grotta dei Graffiti
Comune: Apricena
Si tratta di un complesso di grotte che si apre sulla sponda di un piccolo vallone in contrada Campo di Pietra, posto a sud della laguna di Lesina, circa 6 km a nordi di Apricena a circa 100m. slm. Qui si aprono delle grotte di presumibile origine marina, ricavate nel banco di calcarenite. Le cavità sono di modesta grandezza. Un gruppo di esse appare originato dal crollo di una preesistente grande cavità, larga originariamente circa 10 m. Le cavità originate dal crollo sono tre. Le tracce presenti nelle grotte mostrano una forte frequentazione da parte di greggi ed un uso recetne di tipo pastorale. Nelle prime due cavità sono ben riconoscibili sulle pareti raffigurazioni delineate da incisioni a sezione triangolare prodotte da strumenti in selce. Altri graffiti più recenti sono ben riconoscibili per la tipologia di immagini e per le incisioni più sottili ricavate da lame metalliche. Altre incisioni raffigurano enigmatiche figure stilizzate, nelle quali alcuni hanno intravisto una capanna e un tozzo fungo. Analoghe immagini e segni si riscontrano sul Gargano in agro di Vieste (riparo sotto roccia Difensola, Sfinalicchio), di Sannicandro Graganico (Grotta dell’Angelo). La scarsità dei dati rende non facile la datazione delle incisioni. Per analogia con altri analoghi graffiti si tende a riferire i segni delle grotte di Campo di Pietra al Paleolitico Superiore. L’eccezionale concentrazione di incisioni rende plausibile l’ipotesi dell’utilizzazione quale luogo sacro del sito.
Apricena - Cava di Pirro Nord
Comune: Apricena
Cronologia: Paleolitico inferiore
Il sito rappresenta la più antica testimonianza (1,3 e
1,6 Milioni di anni) dell’arrivo dell’uomo in Europa. Una fase assai antica
della storia umana, quando specie umane ormai estinte hanno seguito altre specie
animali fuori dall’Africa, verso l’Asia e l’Europa.
Dagli studi dei reperti trovati ci si aspetta di far luce sulla definizione dei
tempi e dei modi del primo popolamento del continente. Il sito è rappresentato
dall’area delle Cave Dell’Erba (ex Cave di Pirro Nord). Nell’area sono state
ritrovati resti di animali fossili e reperti di industrie litiche scheggiate
dall’uomo circa un milione e mezzo di anni fa. Sono state riconosciute, fino ad
oggi oltre cento specie di vertebrati tra cui 20 specie di anfibi e rettili, 47
specie di uccelli e più di 40 specie di mammiferi, tra cui la iena, la tigre
dai denti a sciabola, il lupo, il ghepardo, il bisonte, il cavallo e una
scimmia di origine africana (un babbuino di grande taglia).
A scoprire il sito alcuni ricercatori delle università di
Torino-Ferrara-Firenze-Roma La Sapienza
La scoperta sembra confermare che i nostri più antichi progenitori hanno
lasciato l’Africa alla conquista del resto del mondo molto tempo prima di
quanto ipotizzato sinora. All’origine di questi movimenti ci sarebbero stati i
cambiamenti climatici avvenuti circa 2 milioni di anni fa, all’inizio del
Pleistocene che portarono ad un raffreddamento globale del Pianeta. In queste
condizioni si verificò una espansione di ambienti tipo savana e molte specie,
uomo incluso, si spinsero fuori dalle loro aree di origine popolando aree
sempre più vaste. La scoperte dei reperti di Pirro Nord sembrano rafforzare
inoltre l’ipotesi di un ingresso da parte dell’uomo in Europa seguendo la via
di Levante.
La notizia de ritrovamento avvenuto solo pochi anni fa è stata riportata con
clamore su riviste importanti come Le Scienze e National Geographic. La
scoperta ha anche dato l’avvio al progetto PaleoLab che prevede la
realizzazione di un centro visita che possa fornire a turisti ed appassionati
le informazioni più aggiornate delle ricerche sull’uomo preistorico di Apricena
e sul suo ambiente e l’accessibilità alle cave realizzando un vero e proprio
museo all’aria aperta.
Apricena - San Giovanni in Piano
Comune: Apricena
Cronologia: I secolo a.C.
A nord-ovest di Apricena, sul ciglio delle
"Murge", ultima propaggine occidentale del promontorio garganico, si
erge il Monastero di San Giovanni In Piano.
L’edificio religioso fu edificato per devozione, nell'anno 1050, da Petronio
Conte di Lesina, nel territorio dei suoi feudi. Il Convento fu affidato ai
Benedettini e rimase tale sino ai primi anni del 1280 quando passò al novello
ordine dei Celestini. Quest’ultimo ordine, nato da una riforma della regola
monastica di San Benedetto, diede grande impulso al monastero anche in seguito
all’arrivo di nuovi frati, avvenuta nel 1283, dal convento di S. Maria in
Faifoli.
A testimonianza della magnificenza di questo periodo rimangono i dati dei
possedimenti del monastero di San Giovanni in Piano: 7 grange, 2 presso
Lesina, 2 presso Civitate (S. Paolo di Civitate), 2 presso Sannicandro
Garganico, 1 presso Rodi Garganico, 1 in località Brancia oltre a due peschiere
presso i laghi di Lesina e Varano.
Anche in relazione a queste caratteristiche nel 1294 papa Celestino V riunì il
monastero di S. Spirito di Sulmona a quello di San Giovanni in Piano,
portandolo sotto la diretta dipendenza della Santa Sede. Alla fine del XIV
secolo i Celestini si trasferirono a San Severo.
Nell'XI sec., la chiesa con i suoi tenimenti passa al conte di Lesina con
l'arrivo dei Normanni, e successivamente ai cavalieri Teutonici, i quali
costruiscono un hospitale e dedicano la chiesa al culto Mariano. La chiesa fu
restaurata e sopraelevata. Nei suoi pressi si realizzarono case, pozzi, piscine
e peschiere, muri di cinta e la magnifica focagna visibile in parte ancora
oggi.
Attualmente San Giovanni in Piano è in completo abbandono. La chiesa presenta
pianta a croce latina ed è costituita da un’unica navata absidata. L'interno,
molto essenziale nel complesso, rivela sotto gli strati di intonaco e
dipinture, sprazzi di affreschi.
Fino agli inizi del 900, il sito era ancora meta di pellegrinaggio da parte
degli apricenesi, molto devoti alla Madonna della Rocca. A cavallo delle due
grandi guerre è subentrato un arrestabile abbandono ed ora del monastero
restano solo gli affascinanti ruderi.
Apricena - Selva della Rocca
Comune: Apricena
Modalità di fruizione: VIII secolo d.C.
L’area è situata a a circa cinque chilometri da
Apricena, seguendo l'antica strada che conduce a Sannicandro Garganico.
Una diramazione porta alla località Madonna della Rocca dove si trova l’omonima
chiesa.
La chiesa sembra essere stata edificata tra il VIII e il IX sec. ad opera dei
monaci benedettini di San Vincenzo al Volturno. Il manufatto inizialmente
consisteva essenzialmente in una cella con aggregate delle piccole costruzioni
per il ricovero dei monaci demandati al controllo degli animali al pascoloi.
Nell'XI sec., la chiesa e i relativi tenimenti passò dopo varie vicissitudini
ai cavalieri Teutonici, che vi costruirono un hospitale. Essi ristrutturano la
chiesa addirittura sopraelevandola e la dedicano al culto Mariano. Ancora oggi
è riscontrabile questa particolarità del doppio livello, un tempo distinto da
un solaio separatore in legno. Si accedeva al piano superiore tramite una scala
esterna.
I cavalieri teutonici realizzano inoltre nei pressi case, pozzi, piscine, muri
di cinta.
La chiesa ha pianta a croce latina con transetto, una unica navata absidata,
cosi come absidato risulta il braccio destro del transetto. L'interno, sobrio
nel complesso, rivela sotto gli strati di intonaco e dipinture, sprazzi di
affreschi di grande pregio, paragonabili nei tratti e nei colori a quelli mirabili
di S. Maria di Monte D'Elio, in territorio di Sannicandro Garganico.
La chiesa è stata utilizzata come meta di pellegrinaggio fino agli inizi del
900, ma purtroppo a cavallo delle due grandi guerre del secolo scorso è
subentrato l’abbandono che ha bven presto trasformato il mirabile sito in
ruderi, comunque dotati di grande fascino.